Pietra Diamante - Conti Gioielli


Laboratorio
Largo 1° Maggio 90
52100 Arezzo




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Le quattro C
I quattro fattori che determinano il valore del diamante sono le quattro "C", dalle iniziali dei quattro termini in inglese ossia: colour (colore), clarity (purezza), cut (taglio) e carat (caratura, cioè peso).
  • Colore (in inglese Colour): le gemme del tutto incolori e trasparenti, che sono le più pure, vengono definite "Colourless", contrassegnate dalla lettera D. Seguono le quasi incolori o "Near Colourless" e le colorate o "Slighty Tinted". Alcuni stati o regioni europee o città o enti (Anversa, New York, Svizzera, Scandinavia e Francia) hanno adottato varie sotto-nomenclature per le tre classi di colori su descritte. I diamanti possono assumere quasi tutte le colorazioni, che sono dovute ad impurezze o difetti strutturali: il giallo ambrato e il marrone sono le più comuni, il rosso, il rosa e il blu sono le più rare. È da rilevare che i diamanti incolori non appaiono tali alla vista, in quanto le sfaccettature riflettono i colori dell'ambiente circostante; come per altre gemme incolori, muovendole i colori cambiano rapidamente (questo effetto, molto intenso nei diamanti, è detto "brio" o "fuoco").
I diamanti "neri" non sono veramente tali, ma piuttosto contengono numerose inclusioni che danno ad essi un aspetto scuro, anche se oggigiorno data la richiesta del mercato i diamanti di qualità scadente vengono trattati artificialmente per ottenere tale colore.
Quando il colore è abbastanza saturo la pietra può essere definita dal gemmologo diamante di colore fancy (in italiano può essere tradotto fantasia ), altrimenti vengono classificati per colore con la normale scala di colore degli altri diamanti. La maggior parte delle impurezze nei diamanti rimpiazza un atomo di carbonio nel sistema cristallino, e viene detta "impurezza sostituzionale".
L'impurezza più comune, l'azoto, causa una colorazione gialla più o meno intensa a seconda della concentrazione di azoto presente. Il Gemological Institute of America (GIA) classifica i diamanti di colore giallo a bassa saturazione e marrone come diamanti nella scala normale del colore, e applica una scala di valutazione dalla 'D' (incolore di purezza eccezionale) alla 'Z' (giallo chiaro). Il GIA classifica i diamanti che hanno colorazione intensa con il termine fancy (che può essere tradotto con fantasia).
La colorazione più rara è quella dei diamanti rossi o rosa (che non raggiungono mai dimensioni notevoli), seguiti da quelli blu e verdi. Il diamante rosso si trova soltanto nella miniera di Argyle in Australia, dove se ne estraggono pochi esemplari al giorno e di un peso quasi mai superiore a 0.5 carati. Questa gemma, che è in assoluto la più rara al mondo, può arrivare al prezzo di 100.000 euro al carato.
  • Purezza (in inglese Clarity): le inclusioni vengono spesso ed impropriamente chiamate "carboni" e possono essere di diverso tipi; si possono trovare infatti cristalli di granato ma anche di diamante, tuttavia sono considerati difetti le fessure naturali (o "ghiacciature"), le tracce di sfaldatura e le "linee di accrescimento" della gemma originaria. Se un gemmologo trovasse una di queste ultime inclusioni potrà definire la pietra come IF (Internally Flawless) invece che F (Flawless) (vedi tabella sotto).
  • Taglio (in inglese Cut): prima del taglio, il tagliatore dovrà tenere conto della forma del grezzo, del taglio che vuole ottenere, le proporzioni del taglio, la simmetria. In base alla qualità del taglio i diamanti sono stati suddivisi in tre categorie: "very good" (simmetria/proporzioni perfette o con irrilevanti difetti); "good" (simmetria/proporzioni inferiore); "poor" (scadente, con difetti più grandi e/o numerosi).
  • Peso (in inglese Carat): i diamanti si pesano in carati. Un carato equivale esattamente a 0,2 grammi. Il carato può essere suddiviso in punti che equivalgono ad 1/100 di carato, in passato si usavano anche i grani che equivalgono a 1/20 di grammo.
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